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Unus pro omnibus, omnes pro uno.

Avventura oltreconfine in due riprese... Un duro, ma piacevole lavoro per i Foschi, puntuali nella partenza, puntuali nel tragitto ed imprecanti et maledicenti per il traffico impietoso e micidiale al traforo del Gottardo che ha distrutto la precisione di cui prima. Comunque il Bomby ha retto bene il percorso,

Abbiamo scoperto che il panorama svizzero è composto in gran parte da prati muniti di erba tagliata con precisione millimetrica che fanno subito venire voglia di cioccolato e di soffiare dentro ad un corno o due. Ci sono mucche che mangiano erba ovunque, anche nelle aiuole delle fabbriche. Anzi, le fabbriche (che sembrano esser state costruite meno di una settimana prima) non hanno nemmeno un pezzo di lamiera arrugginita fuori posto o un fusto di olio abbandonato nel cortile, per cui ci siamo convinti che le mucche svizzere mangino anche le lamiere ed i fusti dell'olio esausto. In questi due spettacoli si è sperimentata senza incertezze la duplicità delle notti elvetiche. Da un lato asettiche e precise, moderate ed attente. Abbiamo avuto il camerino più grande del mondo, la colazione più tranquilla e silenziosa e le uova sode più colorate di sempre. Dall'altro lato abbiamo visto le notti più ridanciane ed alla buona, alcooliche (incredibile per un paese che ha fatto della disciplina la sua bandiera) chiassose ed estreme sotto alcuni aspetti. Gli svizzeri tuttavia sono sempre cordiali, sempre attenti. Anche se bisogna viaggiare per ore, mangiare panini al cartongesso, guidare nella nebbia in piena notte, è sempre un piacere passare la frontiera. Arrivederci!

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